Perché utilizzare l’intelligenza artificiale per fare il mero confronto dei testi di polizza può costarti caro?

L’IA sta entrando con prepotenza nella vita professionale degli intermediari di assicurazione, ma il modo e gli obbiettivi che bisogna porsi PRIMA di utilizzarla come sempre fanno la differenza tra un utilizzo efficace e produttivo e uno pericoloso e (quasi) senza alcuna utilità.
L’esempio più classico che sta venendo alla luce in questi ultimi mesi è quello del confronto dei testi di polizza.
Può avere senso confrontare testi di polizza in pdf. Standardizzati e senza alcuna strutturazione dei dati alla fonte?
Dipende. Da cosa?
Confrontare delle condizioni di assicurazione può essere utile se:
- Si vuole ottenere un mero quadro generale delle garanzie offerte
- Si cerca la presenza di clausole specifiche
- Si vuole inquadrare la qualità generica di un prodotto
- (già più rischioso) Lasciare che sia l’IA a fornire un benchmark qualitativo mettendo in fila i contratti
Ma fare un’attività del genere significa fare consulenza?
Quali sono i pericoli nascosti dietro un qualsiasi tool che possa compiere una funzione del genere?
Vediamolo con un esempio classico.
Devo proporre ad un’azienda una copertura multirischio danni diretti e Rcto, l’azienda si occupa di progettazione e installazione di impianti di trattamento aria per l’ìndustria alimentare, possiede un capannone con un deposito e una piccola officina dove opera dei test sui macchinari. Sono presenti in loco acqua glicole e altri liquidi, compresi infiammabili.
Voglio utilizzare un mero tool di confronto testi. Prendo due C.g.a. di due primarie Compagnie di assicurazione per le quali opero con mandato diretto e le do in pasto all’intelligenza artificiale.
Mi esce un prospetto di una quindicina di pagine dove vengono confrontati diversi aspetti differenzianti tra i due prodotti, e mi viene data una priorità per la Compagnia A in quanto assicura i beni per l’incendio senza applicare un limite (del doppio, del triplo, ecc.) nell’indennizzo a nuovo, rispetto al valore di stato d’uso.
Bello.
Peccato che ci siamo persi per strada la cosa più importante. Per un’attività del genere va di certo data priorità all’analisi in ambito Rctop, valutando i massimali e sotto limiti dei danni per lavori presso terzi, ad esempio.
Ma questo non potrà uscire da un mero confronto testi senza dati strutturati (ovvero senza una precisa collocazione delle clausole nel processo di valutazione dei rischi operato in precedenza)
QUALI SONO LE PRIORITA’ DEL CLIENTE?
Al cliente interessa relativamente la classifica dei prodotti più performanti, a lui serve quello PIU’ ADATTO.
Anche la disciplina I.d.d. OBBLIGA l’intermediario a farlo.
E dunque, per un mero principio di adeguatezza, sarebbe stato il caso di utilizzare uno strumento di analisi dei rischi, come Insurance Advisor, per comprendere a fondo e soprattutto PRIMA, le esigenze specifiche – utilizzare l’intelligenza artificiale per un’analisi di scenario e poi eventualmente andare sui testi.
Agire da consulenti significa lavorare in ottica di adeguatezza reale, non in ottica di qualità in valore assoluto di un prodotto.
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