L'intermediario Assicurativo "Non Puo Fare Consulenza"

Massagrande Nicola • 4 agosto 2022

Ti è già capitato di sentirti dire dalla tua mandante "TU NON PUOI FARE CONSULENZA"?

Girano voci, in questi giorni,  da parte di intermediari (prettamente monomandatari) operanti con mandato di primarie Compagnie italiane, i quali hanno ricevuto accorati appelli che “sconsigliano” o, peggio, millantano “divieto” per l’intermediario assicurativo di produrre consulenza ai propri clienti.


Vorremmo qui fare un po’ di chiarezza, forti del fatto che per fortuna la legge è (o dovrebbe?) essere uguale per tutti.


La direttiva IDD ha ufficializzato la possibilità per TUTTI GLI INTERMEDIARI di farsi remunerare dal cliente, alle condizioni contenute dell’art. 59) del regolamento IVASS 40/2018, il quale testualmente recita: “se viene offerta una consulenza prima della conclusione di un contratto, il distributore fornisce al contraente una raccomandazione personalizzata – omissis – contenente i motivi per cui il contratto offerto è ritenuto più indicato a soddisfare le richieste ed esigenze del contraente medesimo”.


In pubblica consultazione IVASS aggiunge: “il contenuto di una raccomandazione personalizzata non può essere definito in modalità standardizzata; rientra tra i doveri professionali svolgere un’attività consulenziale idonea a confezionare una raccomandazione personalizzata esaustiva e completa”


A fronte del compenso richiesto l’intermediario emette fattura in esenzione IVA (prevista dall’art. 10 del DPR 633/1972) e il cliente può pagare il tutto con un unico bonifico sul conto separato.


Abbiamo quindi appurato che la normativa non solo consente, ma detta requisiti e contenuti della consulenza che l’intermediario può produrre al proprio cliente, indicando che tale attività dev’essere specificamente calata sulla realtà del proprio target, rifuggendo le modalità “standardizzate”. Che cosa significa concretamente?


Significa che è necessario partire dai rischi dei propri clienti, valutarne il contesto ove questi abbiano a verificarsi, apprezzare gli impatti potenziali di tali scenari e concludere il modello di trasferimento di tali rischi attraverso la soluzione assicurativa.


Si fa più fatica ? SI


Quali vantaggi comporta? ENORMI


Eccone di seguito alcuni, provenienti da casi reali della nostra community (siamo oltre 300 in tutta Italia):

Fidelizzazione del cliente

Difesa dalla concorrenza

Remunerazione

Formazione indiretta della rete

Sviluppo commerciale (nuovi volumi di premi necessari per trasferire correttamente i rischi prima trascurati)


MA, il vantaggio maggiore ed intangibile è la considerazione del cliente, che non ti vede più come il classico esattore/venditore, ma ti RICONOSCE UN VALORE come un consulente professionale in grado di supportarlo su decisioni importanti per la propria azienda.


L’imprenditore infatti (non dimentichiamolo) è titolare di una ben precisa responsabilità derivante dall’art 2086 c.c. comma II, ovvero quella di predisporre adeguati modelli organizzativi al fine di garantire la continuità operativa e tale obbligo vige indisturbato dal marzo 2019, anche se pochi ne sono consapevoli.


Con Insurance Advisor puoi creare la tua consulenza attraverso un modello già costruito e altamente personalizzabile, con il quale analizzare il contesto, i rischi e valutare le opportunità di trasferimento estraendo automaticamente le esigenze di copertura e le motiva in modo chiaro.


Con la nostra "scuola", inoltre, avrai a disposizione una vera e propria Academy dedicata ai temi del risk management e della tecnica assicurativa per la PMI e per i Fabbricati civili (altro target analizzabile), con decine di ore formative valide ai fini IVASS di alta qualità per te e i tuoi collaboratori migliori.


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Buona consulenza!

Autore: Nicola Massagrande 8 novembre 2024
Al cliente è meglio raccontare una buona bugia o una cattiva verità? Dipende. Da cosa? Dall’obbiettivo che abbiamo e dal ruolo che rivestiamo. La buona bugia è la bugia “bianca” del venditore, del piazzista, quell’affermazione che sta nel mezzo e che non fa male a nessuno ma che aiuta l’interlocutore a spostare il focus, a cambiare il punto di vista della nostra obiezione senza mai contraddire. La cattiva verità è quella del consulente, la verità che può sembrare scomoda sino a sfiorare l’inappropriatezza ma che invece nutre la consapevolezza e lo stimolo a ricercare soluzioni per migliorare o per risolvere determinate mancanze. Nel finanziamento dei rischi puri, ovvero il mestiere dei “consulenti” e l’incubo dei “distributori di noccioline”, le cattive verità sono i “tombini aperti”, sono i rischi che gli assicuratori non vogliono e non finanziano per nessun premio al mondo. Sono le cose che non funzioneranno. Per un amministratore d’azienda conoscere i tombini aperti ha il medesimo, e forse anche maggiore, valore del conoscere una copertura. Perché? Perché compensa il difetto di diligenza che tale soggetto avrebbe nell’ignorarlo (nel senso di non conoscerlo), e tale ignoranza spesso altro non è che l’esito dell’asimmetria informativa che nutre la vendita. Quale venditore evidenzia al proprio interlocutore tutte le cose che il proprio prodotto NON fa? Lasciamo al lettore l’ovvia risposta. Se vogliamo ignorare la realtà possiamo continuare, come intermediari, a distribuire perpetrando un’asimmetria informativa congenita che si rifletterà, pregiudicandolo, sul dovere di diligenza cui gli amministratori d’azienda sono tenuti per legge. Vuoi trasferire VERO valore? I clienti cercano chiarezza e soluzioni alle proprie esigenze e sanno benissimo che senza un “traduttore” che sia dalla loro parte questo risultato non lo otterranno semplicemente “cercando” sul mercato una soluzione o affidandosi a venditori/distributori. Gli imprenditori/amministratori di aziende cercano modelli organizzativi (che per loro sono cogenti ex art. 2086 comma II c.c.) che possano supportare in modo proattivo le loro decisioni, senza subire condizioni di finanziamento dei rischi (leggi: contratti di assicurazione) senza un’attenta analisi dei propri fondamentali economici e dei profili di esposizione ai rischi puri. Con Insurance Advisor hai decine di elementi di valore da mettere sotto gli occhi dei tuoi clienti e che puoi utilizzare per portarne a casa di nuovi, lavorando sui DATI e sulle COMPETENZE che la piattaforma ti mette sul tavolo, rendendoti UNICO per i tuoi assicurati.  Fai come altri centinaia di colleghi in tutta Italia: ottieni qui la tua DEMO
Autore: Nicola Massagrande 4 ottobre 2024
Il cambiamento climatico sta impattando notevolmente sulle frequenze e sugli impatti di eventi che fino a 15 anni fa potevano ritenersi di natura “rara”. Essendo il rischio, nella sua qualificazione matematica, risultante dal prodotto di probabilità ed impatto, ne consegue l’incremento deciso di severità con riferimento agli scenari afferenti gli eventi naturali.  Proviamo a fare un po’ d’ordine:
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La consulenza assicurativa a che serve? È un’attività utile? È remunerativa per il professionista che la mette in atto? Saprai di certo che la I.D.D., la direttiva europea sulla distribuzione assicurativa qualifica l’intermediario di assicurazione come - letteralmente - un “distributore”. Per distribuire i prodotti egli deve attenersi a ciò che viene indicato dal “produttore”, ovvero nella maggior parte dei casi la Compagnia. Il processo che racchiude, tra le altre cose, gli obblighi di vigilanza in merito al mercato di riferimento (positivo e negativo) cui il produttore ha inteso riferirsi per la costruzione e la necessaria adeguatezza del suo prodotto è il P.O.G. (Product oversight governance). Quindi, ricapitolando: “tu mi dici quello che devo fare, e io lo faccio”. Finito qui? No di certo. La stessa I.D.D. ha aperto la possibilità di effettuare, a cura dell’intermediario e su base anche retribuita, dei servizi di supporto e consulenza finalizzati a fornire maggiori e più complete informazioni sull’adeguatezza del trasferimento del rischio applicabile al cliente. Ora, tale possibilità può cambiare la percezione che il cliente ha del proprio intermediario o è la solita fuffa per mettere un po’ di “innovazione” in un settore governato dai dinosauri? Dipende. Così come le dinamiche economiche del mercato stanno polarizzando le realtà dell’intermediazione (A e B del R.U.I.) tra accorpamenti in giganti del brokeraggio e piccole “gemme” agenziali, anche i servizi ad alto valore aggiunto contribuiranno sempre più a polarizzare il mercato tra distributori e consulenti. Proviamo a fare un identikit dei due soggetti.
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